“Raccontare il lavoro”, convegno rimandato

Oggi è sabato 4 aprile e se tutto avesse avuto corso normale, sarebbe stato il giorno del nostro convegno “Raccontare il lavoro: da Bianciardi agli scrittori degli anni Duemila”.

La Fondazione ha lavorato con impegno alla preparazione di questo appuntamento, che abbiamo sottotitolato non casualmente “Giornata di studio e di dialogo con gli autori”.
Una definizione che ci sembra raccogliere gli elementi di novità presenti in questo progetto rispetto alla pur pregevole linea critica osservata nelle precedenti esperienze convegnistiche realizzate dalla Fondazione: lo scambio di voci, il confronto di prospettive, la varietà dei destinatari.

In questa direzione va la scelta di far parlare gli scrittori nostri contemporanei, autori di storie legate a un tema tra i più urgenti della nostra contemporaneità, il lavoro, mettendoli “a disposizione” per un auspicabile dibattito con gli studenti, già coinvolti direttamente o attraverso i loro insegnanti, per suscitare interesse reale e non passivo atto di presenza dell’ultimo momento; di lasciare poi la parola ai critici, per proporre a un pubblico forse diverso la loro sintesi e le loro interpretazioni sul quadro emerso e sul panorama più vasto delle produzioni letterarie suggerire dal tema in esame.

Anche dal punto di vista organizzativo la Fondazione ha scelto di essere accompagnata, per potenziare l’effetto di un plurilinguismo ormai essenziale per fare cultura viva.
Da qui l’affiancamento del Dipartimento di filologia e critica delle letterature antiche e moderne dell’Università di Siena e della CGIL di Grosseto. Partner diversi tra di loro e diversi entrambi della Fondazione, per questo stesso capaci di apportare contributi originali e stimolanti.

Tutto questo lavorio ovviamente non andrà perso, ma sarà proposto al pubblico quando i tempi, che ora impongono a tutti noi un isolamento doveroso e di non breve tratto, lo consentiranno.

Auguriamoci di utilizzare bene questo difficile momento per fare riserva di idee, energie e progetti non utopici, ma realizzabili.

Per ora, un saluto cordiale a tutti, con l’augurio di restare a casa in compagnia della letteratura, sempre ottima amica,

Lucia Matergi e Massimiliano Marcucci

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